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Breathing Coordination

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Saillant System

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Opera Breathing

Best Opera Breathing in Philadelphia, PA

Traduzione Italiana di Karen Saillant – LA RESPIRAZIONE: da questo dipende la tua VITA

Exhale and Inhale

LA RESPIRAZIONE: da questo dipende la tua VITA – Karen Saillant Bygott, M. Mus.

“So che molti uomini, inclusi quelli che si trovano a proprio agio con problemi estremamente complessi, raramente possono accettare la più semplice e ovvia verità, se questo li deve costringere ad ammettere che le conclusioni, di cui si sono compiaciuti spiegandole ai propri colleghi, e che orgogliosamente hanno insegnato ad altri e ordito filo dopo filo nel tessuto delle loro vite, sono false.” Lev N. Tolstòj

Tutti sanno che occorre respirare per vivere, ma sapevate che esiste un modo giusto di respirare e uno sbagliato? Oggi, grazie alla ricerca clinica di Carl Stough, sappiamo come realmente funziona il sistema respiratorio. La ricerca di Stough ha inizio alla fine degli anni ’50 quando, in qualità di talentuoso maestro di coro, viene chiamato dal dott. Maurice Small, primario del reparto tubercolosi dell’Ospedale per veterani di East Orange, New Jersey. Le corsie dell’ospedale del dott. Small risultavano sovraffollate a causa di una nuova malattia: l’ENFISEMA polmonare. Small sperava che Carl Stough, sommamente competente in materia di educazione vocale, potesse essere in grado di aiutare a trovare sollievo anche uno solo dei suoi pazienti, reduci dalla II Guerra Mondiale.

Non avendo alcuna preparazione medica Carl era convinto di non poter fare molto per aiutare questi pazienti, ma incontrandoli e vedendoli costretti ad una condizione permanente di respiro agonico, le sue mani si ritrovarono a cercare istintivamente il contatto con quei toraci bloccati, irrigiditi. Attraverso il semplice contatto, egli riuscì a sciogliere in parte quella tensione. Non appena però i pazienti provavano a parlare per ringraziarlo, quella stessa tensione si riattivava. Fu allora che Carl pensò che se fosse riuscito ad insegnare anche ad uno solo di questi pazienti – le cui voci risultavano essere tutte rauche, gracchianti, piene di aria – come emettere un suono vocalico nitido senza irrigidire il torace, forse sarebbe stato anche in grado di contribuire a modificare in maniera permanente il loro stato.

Spinto dal desiderio di aiutare questi uomini, che non avevano nessun’altro a cui rivolgersi, Stough decise di mettere da parte il sogno di implementare la sua Scuola Corale, che poteva già contare su 200 elementi, e di dedicarsi invece, per i successivi dieci anni della sua vita, ad aiutare pazienti con problemi respiratori cronici. Prese quindi parte a numerose ricerche medico-scientifiche e lavorò per innumerevoli ore all’interno dei quattro principali ospedali della Costa Orientale, incontrando ad ogni passo del suo percorso resistenza e scetticismo. Malgrado ciò, egli perseverò con pazienza, ideando una serie di esercizi isometrici incentrati sul rilassamento del corpo, mentre i pazienti trattati sviluppavano progressivamente la capacità di emettere una serie di suoni prolungati in fase espiratoria. Tutti i pazienti trattati da Stough migliorarono progressivamente e molti di loro furono in grado di lasciare definitivamente l’ospedale, mentre altri pazienti curati con macchinari e altri apparecchi – ritenuti a quel tempo utili – morirono.

La competenza di Stough in materia vocale lo condusse all’idea di poter intervenire sul diaframma, modificandolo. Ma nessun medico era in grado di dirgli se questa sua intuizione fosse corretta, perché la fisiologia del diaframma risultava ancora sconosciuta. In quegli anni, infatti, non esistevano studi sistematici e approfonditi relativi alla respirazione e Stough scoprì, con suo grande stupore, che le ultime ricerche sul funzionamento del sistema respiratorio risalivano al XVII secolo. Su queste sue prime ricerche, Carl Stough si esprime così: “L’organo/muscolo principale del corpo umano, nonché il più esteso, è stato totalmente trascurato perché la categoria dei medici non riteneva di poterci fare nulla. La pressione interna del nostro corpo, nonché la circolazione del sangue, dipendono tutte dalla quantità di anidride carbonica che siamo in grado di espellere dal nostro corpo prima di poter procedere con l’inspirazione. Tutto è basato sull’espirazione, non sull’inspirazione. Tutti ripetono “prendi fiato”, “fai un bel respiro”. Ma nessuno racconta che è impossibile prendere fiato se non si è in grado di espirare la quantità di aria presente nei polmoni. Tutte le principali problematiche mediche riscontrabili al giorno d’oggi dipendono da questo, ovvero dal livello di ossigeno e di accumulo di CO2 all’interno del nostro corpo…Tutte le infezioni respiratorie hanno inizio nel cosiddetto Volume Residuo (la quantità di aria residua che riscontriamo nei polmoni al termine di un’espirazione): se il diaframma non è abbastanza forte da risalire quanto basta per poter espellere l’aria residua, si svilupperà, appunto, un’infezione dopo l’altra.” (Carl Stough). Secondo il dott. Robert Nims, ex-primario del laboratorio pneumologico dell’Ospedale West Haven Veterans “i medici che si occupano di pazienti affetti da problemi respiratori credono di non poter fare nulla per agire in maniera diretta sul diaframma. Finché possono, trattano l’infezione ai polmoni in modo da ridurre al minimo l’ostruzione dell’aria e lasciano che i polmoni collassino, ma non lavorano direttamente sul diaframma”.

Durante la sua ricerca, Stough sente parlare di videofluoroscopia (video-raggi X allora utilizzati per studiare il funzionamento degli organi interni) e decide di provare ad effettuarla sul diaframma dei suoi pazienti, in modo da poterlo osservare. Questi filmati gli rivelano la struttura bollosa, fluttuante e diffusa di un diaframma enfisematoso a malapena in grado di muoversi. In totale contraddizione con quanto si poteva osservare nei filmati del proprio diaframma, di cui non solo si evidenziava una struttura solida e sana ma anche un’escursione, in fase espiratoria, di ben 12 cm nel risalire all’interno della gabbia toracica. Incoraggiato dai filmati video-fluoroscopici effettuati prima e dopo il suo intervento, Stough prosegue con determinazione nello sviluppo dei suoi esercizi.  Si trattava di esercizi semplici, nei quali veniva richiesto al paziente di rilassarsi e di contare sia a voce alta che in silenzio, mentre lui palpava delicatamente i muscoli del collo, la gola, la base della lingua, le mascelle, le spalle, il petto, la schiena e l’addome, ottenendo di ridurre il Volume Residuo e quindi di riposizionare il petto, abbassare la gabbia toracica e  riportare il paziente ad una respirazione normale.

L’incredibile capacità di osservazione di Stough, il suo orecchio raffinato nell’ascoltare i suoni, la sua elevata sensibilità tattile unita ad una intuizione e ad un istinto fortemente sviluppati, gli consentono di concepire la RESPIRAZIONE COORDINATA. Nel corso degli anni, la RESPIRAZIONE COORDINATA porta a poter migliorare le proprie condizioni di salute centinaia di pazienti affetti da asma, allergie, bronchiti, encefaliti, bronchiectasie, enfisemi, danni cerebrali, paresi cerebrali, sclerosi multipla, fuoco di Sant’Antonio, encefalite cancerosa, paralisi, acalasie, ernia esofagea, osteoporosi, artrite, ansia, problemi emozionali, stress, tensione, stanchezza cronica, emicranie, difetti respiratori, morbo di Parkinson, miastenia acuta, problemi alle coronarie, fibrillazione atriale, aritmia, disturbi vocali (quali  balbuzie, disfonia spastica, noduli, afasia, problemi di proiezione della voce, disturbi della voce cantata), scoliosi, cifosi e mal di schiena. I medici del West Haven Veteran’s Administration Hospital, il più importante servizio pneumologico ambulatoriale dell’East Coast, alla fine dichiarano che l’unico motivo per il quale Stough era stato in grado di arrivare alla sua scoperta consisteva nel non essere lui condizionato da idee preconcette, acquisite durante il tirocinio medico.

Nel 1968, la squadra olimpica statunitense entra in contatto con il lavoro di Carl Stough che viene quindi interpellato per coadiuvare l’allenamento degli atleti che si preparavano ad affrontare l’alta quota dei Giochi Olimpici di Città del Messico. In una lettera indirizzata a Carl, in seguito alle vittorie olimpiche conseguite nel 1968, Payton Jordan, allenatore principale della squadra statunitense di atletica leggera, scrive: “Vorrei esprimerLe per iscritto la mia eterna gratitudine […] per aver sapientemente allenato gli atleti attraverso la respirazione coordinata. Il suo aiuto è stato funzionale a creare il miglior spirito di lavoro possibile e a conquistare IL MAGGIOR NUMERO DI RECORD MONDIALI E OLIMPICI NELLA STORIA DEI GIOCHI”! Questi record sono rimasti imbattuti per 25 anni e la squadra statunitense di atletica leggera è stata l’unica a non aver avuto bisogno di ossigeno.

La maggior parte delle persone non prende in considerazione la respirazione se non quando comincia ad avere problemi ad essa collegati. Possiamo dire che tutti i problemi derivano o da un’apnea inconsapevole o da una respirazione forzata. Per riuscire ad abbandonare queste cattive abitudini, è necessario prima capire come funziona il sistema respiratorio, e in particolare il più importante muscolo/organo respiratorio – IL DIAFRAMMA.

CHE COS’È IL DIAFRAMMA?

Il diaframma è il nostro unico “muscolo-organo”. Si tratta di una pompa straordinaria a forma di cupola, il cui tessuto è molto simile a quello dell’esofago. Il diaframma è situato all’interno della parte inferiore della gabbia toracica, e per questo divide il corpo in una metà superiore e una inferiore. Al di sopra del diaframma troviamo unicamente il cuore ed i polmoni. Mentre al di sotto di questo troviamo tutti gli altri organi. Si tratta di un muscolo/organo involontario, collegato esclusivamente alla colonna vertebrale, e per questo impossibile da “allenare” come un qualsiasi altro muscolo.

PERCHÉ IL DIAFRAMMA È IMPORTANTE?

Il diaframma coordina il sistema respiratorio, che a sua volta controlla la capacità del nostro corpo di prendere ossigeno (inspirazione) e rilasciare anidride carbonica (espirazione). Il funzionamento di ognuno dei sistemi del nostro corpo dipende dall’ossigeno. È per questo che Stough considerava il diaframma – e non il cuore – il principale muscolo/organo del nostro organismo. Ogni volta che il diaframma si solleva e si abbassa gli organi interni vengono massaggiati. Se il diaframma è forte, esso è in grado di produrre un suono la cui frequenza risulterà composta da un suono fondamentale e da una serie completa di armonici. Queste frequenze risuoneranno a loro volta in tutto il nostro corpo, contribuendo a mantenere la salute di ogni sua cellula.

COME FUNZIONA IL SISTEMA RESPIRATORIO?

Quando il nervo frenico – situato all’apice del diaframma – riceve dal centro respiratorio, situato alla base del cranio, il messaggio che il corpo ha bisogno di ossigeno, questo provoca l’abbassamento del diaframma, situato sotto la base dei polmoni. Non appena il diaframma si abbassa, i suoi bordi agiscono come quelli di un pompelmo che viene spremuto: invece di scendere giù dritti come un ascensore, essi si allargano. Questo movimento mette le costole – attaccate alla colonna tramite un’articolazione a cerniera e allo sterno tramite una cartilagine – nelle condizioni di ruotare verso l’esterno facendo perno su un asse. Lo spazio supplementare ottenuto da questo movimento crea un vuoto all’interno dei polmoni che consente all’aria di raggiungere, velocemente e senza sforzo, la base degli stessi, riempiendo questo vuoto. A questo punto il diaframma inizia in maniera molto più lenta la sua risalita. Nel risalire all’interno della gabbia toracica, esso sostiene la base dei polmoni e contemporaneamente sincronizza il rilascio della spina dorsale (alla quale è attaccato) così come quello delle scapole, del petto e dell’addome, consentendo alle costole di richiudersi intorno ai polmoni e all’aria di essere espulsa in maniera regolare ed uniforme. Questo movimento complesso è un movimento riflesso che può avvenire unicamente grazie all’azione involontaria del diaframma. Qualsiasi altro muscolo (volontario) della respirazione non fa che rispondere al comando del diaframma.

N.B.: è necessario che il diaframma resti sempre in movimento. Non si deve mai restare in apnea. In assenza di movimento continuo, il diaframma può indebolirsi, fino addirittura arrivare a deteriorarsi. Le apnee inconsapevoli hanno generalmente inizio durante episodi stressanti dell’infanzia. Si raccomanda di iniziare a contare mentalmente non appena si avverte lo stress.

LA CHIAVE PER MIGLIORARE LA RESPIRAZIONE:

Carl Stough sapeva che la voce e la capacità del diaframma di produrre la pressione necessaria ad emettere un suono senza tensione rappresentavano la chiave per migliorare la respirazione. Gli esercizi di Stough consentirono ai suoi pazienti di effettuare tranquillamente tre esperimenti sulla pressione:

Leggera pressione – contare mentalmente

Il paziente visualizza i numeri da uno a dieci senza produrre nessun suono udibile, neanche sussurrato. La glottide (le corde vocali) si mantiene in questo modo leggermente aperta e il diaframma incontra quindi una leggera resistenza pressoria. Contare mentalmente è uno degli aspetti più rilevanti degli insegnamenti di Stough.

Nessuna pressione – inspirazione

La glottide è aperta. Il diaframma non incontra nessuna resistenza. [Diversamente, in caso di problemi respiratori, si osserva sempre una certa resistenza in fase inspiratoria, i muscoli ausiliari si contraggono nel tentativo di far arrivare in maniera forzata l’aria all’interno del corpo. Stough si serviva delle proprie mani per indurre questi muscoli al rilassamento, in modo da mettere il paziente nelle condizioni di iniziare a percepire e a sperimentare l’azione riflessa dell’inspirazione, attraverso cui l’aria può fluire velocemente e facilmente all’interno del corpo].

Massima pressione – Contare ad alta voce

La glottide è chiusa, quindi il diaframma incontra la massima resistenza. [La voce di tutti i pazienti affetti da enfisema era rauca e sfiatata, indicando che la glottide non era in grado di chiudersi. Questo dipendeva dal fatto che per molti anni una quantità eccessiva di aria era stata spinta contro la glottide azionando i muscoli volontari. Contando ad alta voce insieme ai suoi pazienti e prolungando la frequenza del proprio suono, Carl fu in grado di usare la propria voce come modello per insegnare indirettamente alla glottide dei suoi pazienti come funzionare. Questi esercizi determinavano una tale coordinazione di diaframma, aria e glottide, da consentire al paziente di sperimentare le sensazioni smarrite di galleggiamento, tridimensionalità e connessione con il mondo esterno].

N.B.: Il tentativo di espandere o contrarre i muscoli addominali (“il fatto che l’addome si muova è unicamente il risultato dello spostamento verso l’alto e verso il basso del diaframma – non  c’è bisogno di decidere di farlo muovere”), la volontà di respirare posteriormente (“quando il diaframma è sano, una quantità maggiore di aria si dirigerà automaticamente verso la schiena, dove è presente una maggiore quantità di tessuto polmonare rispetto alla parte anteriore”), di soffiare fuori l’aria (“il suono dell’espirazione non è altro che il suono dei bronchi occlusi”), di controllare consapevolmente il movimento del diaframma, tentando di farlo salire o muovere in qualsiasi altra maniera (“il diaframma non è provvisto di terminazioni nervose propriocettive – i cosiddetti recettori propriocettivi – quindi non può essere controllato volontariamente”), e qualsiasi altra azione tesa ad incoraggiare lo sviluppo di una specifica parte della muscolatura respiratoria NON sono in grado di aiutare il sistema respiratorio a recuperare la sua naturale sinergia.  Il sistema respiratorio è estremamente complesso. Qualsiasi sforzo si compia per controllare consciamente anche solo un segmento della sua muscolatura non fa che ostacolare la potenziale coordinazione del sistema nella sua totalità. “La forma dei polmoni ricorda quella di una piramide, stretta all’apice e larga alla base, e così anche la forma della gabbia toracica. Provare a prendere un respiro unicamente con la parte alta del petto equivale al tentativo di porre un ciottolo in cima ad una piramide. Al contrario, rilassando il petto l’inspirazione arriverà naturalmente”. (Carl Stough)

Ecco come iniziare a praticare la RESPIRAZIONE COORDINATA:

Trovate un posto tranquillo dove distendervi. Sistemate un cuscino sotto le ginocchia e sotto la testa. Sistematevi nella posizione a voi più comoda, concedetevi di rilassarvi completamente e iniziate a CONTARE MENTALMENTE, muovendo soltanto le labbra man mano che visualizzate ai numeri da uno a dieci. Non emettete alcun suono, neanche un sussurro. Questo conteggio silenzioso dovrà iniziare senza che prendiate fiato e in un momento qualsiasi del processo respiratorio, quello in cui vi capiterà di essere nel momento in cui iniziate. Non avrete difficoltà a contare mentalmente. I muscoli dell’addome, della schiena, e quelli intorno alle costole si rilasseranno, e così le vostre spalle e il vostro collo. Man mano che i vostri muscoli allenteranno la tensione, rilassandosi e mollando la presa, sentirete il vostro corpo sprofondare verso il basso. Non dovrete fare nulla per indurre questo stato di rilassamento. Avverrà tutto naturalmente nel momento in cui conterete mentalmente.

Immaginate semplicemente che le vocali dei numeri a cui state dando forma scaturiscano dal vostro labbro superiore, una dopo l’altra, come gocce che scendono verso il basso. Continuate, lasciando che le vocali scorrano una dentro l’altra, fino al momento in cui sentirete sopraggiungere una INSPIRAZIONE AUTOMATICA. Se constatate che il vostro corpo non è ancora pronto a reagire in maniera riflessa, osservate se per caso all’interno del vostro addome sia presente una qualsiasi tensione. Prima che il vostro addome ceda a questa tensione, lasciate che un’inspirazione abbia luogo. Quindi iniziate il CONTEGGIO AD ALTA VOCE, “1-2-3-4-5”. Se vi accorgete che iniziate ad essere tesi prima di arrivare al numero 5, allora fermatevi semplicemente al numero 2 o al numero 3, o a qualsiasi numero precedente il sopraggiungere di questa tensione. Non c’è fretta. Non è una gara. Non bisogna desiderare di raggiungere un determinato numero. State semplicemente ascoltando il vostro corpo, chiedendogli esclusivamente ciò che esso è nelle condizioni di fare con agio. Non state facendo altro che abbandonarvi e concedervi di godere di questo momento particolare, di ascolto del vostro corpo ….. ascoltandone, percependone…i più sottili messaggi. Ogni volta che durante il conteggio ad alta voce ravvisate il sopraggiungere della minima tensione nel vostro corpo, e un attimo prima che questo accada, riprendete a CONTARE MENTALMENTE concentrando la vostra attenzione sull’addome, immaginando di lasciarlo scivolare tra i vostri fianchi, in modo da metterlo nelle condizioni di rimanere completamente rilassato. Questo conteggio silenzioso dovrà continuare fino a quando non sentirete petto, addome, schiena, spalle, collo, arti e busto, abbandonarsi. A questo punto, sentendovi estremamente rilassati, quasi in galleggiamento, avrete raggiunto una consapevolezza profonda di ogni singola parte del vostro corpo. Se mentre continuate a contare silenziosamente avvertite una leggera tensione sopraggiungere in lontananza in una qualsiasi di queste zone, prima che questo accada lasciate che l’INSPIRAZIONE AUTOMATICA abbia luogo. A quel punto iniziate a CONTARE AD ALTA VOCE, ma questa volta aggiungendo uno o due numeri alla serie sonora precedente (se, ad esempio, nel vostro precedente conteggio siete arrivati fino a 10, questa volta potreste non fermarvi a dieci ma aggiungere uno, due o anche dieci numeri supplementari. Il conteggio in questo caso potrebbe essere 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-1-2 oppure 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-1-2-3-4-5-6-7-8-9-10, la struttura è del tutto soggettiva e dipenderà dalla vostra capacità di passare alla fase successiva del processo prima che si manifestino tensioni nel corpo.) In questa fase dovrete avere l’impressione che i suoni “scivolino via” dal vostro labbro superiore e, durante tutto il processo, sentirete allentarsi sempre di più la tensione al mento e ad ogni altra parte del corpo. A questo punto, subito prima che sopraggiunga la tensione, CONTEGGIO SILENZIOSO poi, prima di percepire una qualsiasi pressione, INSPIRAZIONE AUTOMATICA, in seguito ancora CONTEGGIO AD ALTA VOCE, fino all’attimo immediatamente precedente l’insinuarsi della benché minima tensione, per continuare quindi con CONTEGGIO SILENZIOSO, INSPIRAZIONE AUTOMATICA, CONTEGGIO AD ALTA VOCE, ecc., strutturando lentamente e con calma il vostro conteggio ad alta voce a gruppi di due o di quattro o in qualsiasi altro modo vi venga richiesto dal vostro stesso corpo.

Se possibile, iniziate la vostra giornata con la Respirazione Coordinata. È anche uno splendido modo di avviarvi al sonno serale. Durante tutto il processo di conteggio potete piegare le gambe in modo da orientare le ginocchia verso il soffitto mantenendo le piante dei piedi allo stesso livello della schiena. Questo vi consentirà di muovere agevolmente le anche facendole oscillare da una parte all’altra, rilassando così la schiena durante la risalita del diaframma. Per coadiuvare il rilassamento di schiena e spalle – passaggio fondamentale nel processo di ri-coordinazione – potete anche sollevare le braccia, incrociando le dita delle mani e muovendo le braccia, distese, da sinistra a destra.

N.B.: è arrivato il momento di imparare a rilassarsi e di fare amicizia con il proprio respiro. Quando sentirete la vostra voce muoversi all’interno della stanza, concedete ad ogni cellula del vostro corpo di abbandonarsi……e di risuonare…..

I DIFETTI RESPIRATORI POSSONO ESSERE CORRETTI

Il fatto di respirare con la parte alta del petto può provocare un angolo sternale nella cartilagine flessibile all’altezza della seconda costa. “L’articolazione tra lo sterno e il secondo paio di costole è un’articolazione cartilaginea, quindi flessibile. Utilizzando la cosiddetta “respirazione accessoria”, e quindi i muscoli della parte alta del petto e le spalle, e prendendo fiato in questo modo, si fa leva su questa articolazione (illustrazione 1#), si osserva il petto sollevarsi durante l’inspirazione, mentre il diaframma tende a scivolare al di sotto di esso. Nel momento in cui il diaframma tenterà di risalire, esso urterà contro la base della gabbia toracica, causando uno svasamento delle costole (illustrazione 2#). Stiamo descrivendo un cosiddetto “difetto respiratorio” che si considerava fino ad oggi impossibile da invertire: una volta sviluppato non si poteva fare altro che tenerselo. A meno di resettare il funzionamento il diaframma. Non appena fui in grado di farlo, portando il diaframma a risalire all’interno della gabbia toracica, quest’ultima iniziò ad assestarsi intorno al diaframma e l’articolazione sternale si raddrizzò consentendo anche alle costole che si erano svasate alla base della gabbia toracica di rientrare (illustrazione 4#)”. (Carl Stough)

Illustrazione 1#: Sterno anormale

Illustrazione 2#: Gabbia toracica anormale

Il diaframma, indebolito ed incapace di risalire all’interno della gabbia toracica durante l’espirazione, urta contro le costole causandone lo svasamento.

Illustrazione 3#: Sterno normale

La Respirazione Naturale Coordinata stimola la risposta diaframmatica, è in grado di sostenere la pressione del fiato per generare un suono, consente il rilassamento del petto e corregge l’angolo sternale.

Illustrazione 4#: Gabbia toracica normale

Diaframma forte in grado di risalire all’interno della gabbia toracica correggendone la svasatura.

COSA RISERVA IL FUTURO ALLA RESPIRAZIONE COORDINATA?

“Buona parte di quello che oggi consideriamo stress corrisponde sostanzialmente ad un accumulo di anidride carbonica. Le persone tentano di tutto per cercare di eliminare lo stress, senza mai realizzare che questo dipende dall’aumento di volume del loro torace, a sua volta causato dall’aria residua che esse non sono state in grado di espirare”. (Carl Stough)

Le scoperte di Carl Stough sono rivoluzionarie e necessiterebbero che interi libri di medicina venissero riscritti. Esse richiederebbero che le case farmaceutiche cessassero la produzione e lo sviluppo di medicinali respiratori costosi e a malapena utili a mascherare  i sintomi senza mai arrivare alla radice del problema; esse denunciano inoltre la necessità di agevolazioni, per l’asma in ambito pediatrico, tali da poter insegnare ai bambini affetti da difficoltà respiratorie la semplice azione del contare mentalmente, in contrasto con l’uso diffuso di inalatori e con la prescrizione di costosi ricoveri ospedalieri; e richiedono, infine, alle istituzioni di formare il personale medico sulla base dei principi della RESPIRAZIONE COORDINATA.

“Avevo detto a Carl senza mezzi termini che era vagamente folle, se così si può dire, nel sostenere di poter agire direttamente sulla risalita del diaframma e sull’ abbassamento delle costole, ma poi in un paziente abbiamo assistito a risultati piuttosto spettacolari, che dimostravano che egli ne era davvero capace….Carl è quindi in grado di diminuire il volume dei polmoni più di quanto non possa fare un qualsiasi specialista dei polmoni. Strumenti quali i filmati delle inspirazioni/espirazioni, lo pneumografo, la cinefluorografia, il chimografo di Rœntgeen e la Capacità Vitale (VC) misurabile con la spirometria, hanno evidenziato i medesimi risultati. Ogni test confermava i precedenti, dimostrando senza alcuna ombra di dubbio che i polmoni gravemente compromessi di un paziente affetto da enfisema polmonare potessero effettivamente espirare quell’aria residua che gli specialisti erano convinti fosse inevitabilmente bloccata nei polmoni, e che i muscoli della respirazione (gola alta, spalle, costole, diaframma, addome) potessero essere risincronizzati”. (Robert G. Nims, M.D.)

“Naturalmente il punto era che l’elemento voce si stava rivelando sempre più fondamentale. L’intero sistema di riprogrammazione del diaframma dipendeva da quanto il diaframma fosse in grado di realizzare una pressione sufficiente a produrre un suono senza creare alcuna tensione. Era questo in realtà che lo metteva nelle condizioni di svilupparsi correttamente, ma nessuno dava più di tanto credito alla voce”. (Carl Stough)

N.B.: Sarà la vostra stessa voce a dirvi se la respirazione ha bisogno di essere implementata. Se non siete in grado di sostenere un suono senza avvertire tensione, specialmente addominale, se vi risulta difficile salire le scale senza avere il fiato corto, o parlare mentre camminate o fate jogging, se avvertite aria nella vostra voce, se la sentite esitante, rauca e/o semplicemente monocorde e inespressiva, avete evidentemente perso quella coordinazione che vi apparteneva alla nascita. È giunto perciò il momento di rallentare il ritmo per iniziare ad intraprendere un percorso di accettazione di sé, durante il quale imparerete ad abbandonare l’idea che la vostra respirazione abbia bisogno di un controllo cosciente da parte vostra. Non appena invertirete questa tendenza, vi si aprirà una porta, attraverso la quale scoprirete la vostra voce naturale e il suo incredibile potenziale curativo.

Karen Saillant Bygott è stata una pioniera della voce terapeutica e del lavoro sulla respirazione per oltre 40 anni. Come soprano drammatico, ha ricevuto standing ovations interpretando ruoli da protagonista in produzioni operistiche internazionali. Karen ha inoltre una laurea e un master in discipline musicali. Ha iniziato a studiare con Carl Stough nel 1972, dopo essergli stata presentata, presso il suo studio di New York, dalla sua insegnante di Tecnica Alexander, Catherine Merrick Wieloposka, allieva diretta dei corsi di F. M. Alexander. Nel 1975, in concomitanza con il recital del suo debutto a New York, presentato da The Stough Institute, Carl Stough sceglie Karen per rappresentare i principi della RESPIRAZIONE COORDINATA.

Nel marzo 1998, servendosi dei principi della Respirazione Coordinata, Karen riesce a staccare definitivamente il marito in coma dal respiratore, a riportarlo a casa e a guidarlo verso una respirazione naturale, fino alla sua morte, sopraggiunta sedici mesi più tardi. La RESPIRAZIONE COORDINATA continua ad essere al centro del suo lavoro.

Questo articolo si basa sia sugli studi privati che Karen ha compiuto con Carl Stough per un lungo periodo conclusosi nel 2000, con la morte di quest’ultimo, che sulle seguenti pubblicazioni dello stesso Carl Stough: il testo “Dr. Breath” e i due video “Breathing, the Source of Life” (La Respirazione come fonte di vita) e “Respiratory Science. The Preventative Medecine of the 21st Century” (La scienza respiratoria come cura preventiva del XXI secolo).

Traduzione di Ombretta Macchi

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“Breath: Your Life Depends on It” by Karen Saillant

by Karen Saillant

As printed in the January 2004 issue of Price-Pottenger Nutrition Foundation Journal

IagoEveryone knows that we need breath in order to live. But did you know that there is a right and wrong way to breathe? Today, thanks to the clinical research of Carl Stough, we know how the mechanics of the respiratory system are actually meant to work.

Carl’s research started back in the late 1950’s, when as a gifted choral director, he took up the call of Dr.Maurice Small, Chief of Tuberculosis Management at East Orange New Jersey Veteran’s Hospital. Dr.Small’s hospital wards were overflowing with a new disease: EMPHYSEMA. He hoped that Carl, with his accomplished background in vocal training, might be able to help just one of his post World War II patients find relief. Carl considered the fact that he had no medical background and thought there was little he could do to help these patients; but upon meeting them and seeing them locked into an eternal state of gasping, Carl found his hands going instinctively to their rigid chests. By the simple act of touching them there, he was able to release some of their tension. When the patients tried to speak, to thank him, however, the tension returned. Carl thought that if he could teach just one of these patients to make one clear vowel sound (they all had raspy, hoarse and breathy voices) without the chest locking, perhaps he could help make a permanent change in their condition.

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In Search of the Breath

Breathby Karen Saillant

As printed in the January 2004 issue of Classical Singer Magazine

Breath. Everyone agrees: you need it to sing. From this one point of agreement, however, a series of opinions emerge more divergent than those of the United Nations.

Where does breath come from? How much of it do we need? What do we do with it? How do we get it in and once we’ve got it, how do we get it out?

Yawn.

“It‘s in the abdomen.” “No, it’s in the back.” “Act surprised.” “No—push out against a book.” “No—pull in against it.” “No—balance it and push out with your ribs.” “No, pull in with your ribs and …” “Abdomen, ribs, chest breathe, belly breathe, back breathe, blow.” “Move only your abdomen.” “No, move your chest first and then your back.” “No, the abdomen first.” “Forget the diaphragm.” “What’s the diaphragm?”

Look to babies
When we were born, we had the capacity to use our breath to make all sorts of sounds. Long before we could form these babblings into words, we made sounds so expressive that our parents, especially our mothers, knew exactly what they meant. People could hear us readily at long distances, and our voices had natural inflection, transferring from high-pitched squeals of glee to low, booming moans and groans with ease.

As babies, our desire to communicate immediately translated into a complex, intuitive selection from among 200-400 different muscles and hundreds of nerves, enabling us to communicate for hours, even at the top of our lungs, without vocal fatigue. This reflexive system of respiration leading to potent communication is Mother Nature’s gift to us. Yet, as a result of stress and pollution, some people—including singers who have been improperly instructed in the mechanics of breathing—have lost their natural coordination. Hoarse after periods of vocalization and struggling to survive a complete operatic role, these singers suffer a loss of the projection associated with the natural overtones of a baby’s cry, and an inability to turn breath into sound that can move an audience.

Carl Stough
Carl Stough, a successful choral director, did seminal work in the field of breath between 1961- 2000. The armed forces invited Stough into the wards of military hospitals in the hope that his work with hundreds of singers might find application in the saving of hopelessly ill emphysema patients. Stough’s research there gives us our first look into the internal mechanics of breathing, via cinefluorographic films (x-ray movies of the internal workings of the body) that showed the diaphragms of his patients before and after his work. Through Roentgen kymographs and other scientific tests, he confirmed his theory that the diaphragm is the main muscle of respiration and that with proper instruction, the diseased diaphragm of the breathing-disordered can indeed be redeveloped, enabling the entire breathing mechanism to return to its cooperative relationship. Think of the ramifications of this work for us as singers and please listen carefully as we explore the truths that Stough discovered.

The inhalation is a reflex
Here’s how Stough describes the physical act of breathing: “When the phrenic nerve, which sits on the top of the diaphragm, receives a message from the respiratory center at the base of the skull that the body needs oxygen, it causes the diaphragm, which sits under the base of the lungs, to descend. As the diaphragm descends, its edges act like the edges of a grapefruit that is being squashed: they spread, rather than going straight down like an elevator. This movement enables the ribs—which are attached at the spine with a hinge joint and at the breastbone with cartilage—to swing out on an axis. The additional space caused by this movement creates a vacuum in the lungs and air quickly and effortlessly comes in from the bottom of the lungs to fill this vacuum.

The diaphragm then begins its much slower ascent. As it moves up inside the rib cage, it supports the base of the lungs and simultaneously synchronizes the release of the spine (where it is attached), along with the shoulder blades, chest, and abdomen, enabling the ribs to fold around the lungs and expel air evenly and equally from all of its surfaces. This complex motion is a reflex and can only occur when the involuntary diaphragm is in charge. All the other (voluntary) muscles of respiration merely respond to the leadership of the diaphragm.”

Attempting the following will not help the respiratory system to return to its natural synergy:

Conscious abdominal muscle expanding or contracting. (The abdomen moves as a result of the lowering and rising of the diaphragm. You do not need to move it.)

Trying to take a breath at the top of your chest. (The lungs are shaped like pyramids—there is little tissue at the top.

Taking a breath here is like putting one pebble on the top of a pyramid.)

Breathing into the back. (When the diaphragm is healthy, more air will automatically go into your back, because there is a great deal more lung tissue there than in the front of your body.)

Blowing out the breath. (The sound of blowing is merely the sound of the bronchial tubes constricting.)

Attempts to consciously control diaphragmatic movement by trying to push it up, or move it in any way at all. (The diaphragm has no proprioceptive nerve endings, so it cannot be consciously controlled.)

Any other method that encourages the development of one particular part of the respiratory musculature.

These methods are all rather ineffective.
The respiratory system is extremely complex, requiring hundreds of sensitive interactions. Efforts to bring it under conscious control in any limited portion of its musculature only disrupts the potential coordination of the total system.

IMPORTANT: The diaphragm should always be in motion. Never hold your breath—meaning consciously close your glottis, the area between your vocal cords—or stop or hold the breath back with any voluntary muscles in your body.

Silent count exercise
Without continuous, reflexive movement, weakening and eventual deterioration of your diaphragm will occur. Unconscious breath holding starts during stressful moments of childhood.

SILENT COUNT: Whenever you feel stressed, shape the numbers from 1 to 10 without making any sound, or unobtrusively repeat “la, la, la, la,” moving your tongue up and down without making any sound.

If you are vocally healthy, you make sound by a complex process of opening and closing the vocal cords in what is called a mucosal wave. This undulation begins with the opening of the lower part of the vocal cords, while the upper part is closed, and continues the opening upward until the cords are completely separated.

Our ears hear this movement as continuous sound. It is, however, only at the moment when the oscillating folds come together that sound is made. (Think of a baseball card in the spoke of a bicycle. When the bicycle begins to move, we hear a clicking sound. As the wheel picks up speed, our ears hear a humming or continuous sound. In reality, the baseball card is intermittently hitting the spoke, but our ears hear it as continuous).

Now let’s go back to the vocal cords and the diaphragm. Those healthy vocal cords move in a mucosal wave, intermittently coming together. The diaphragm, if healthy and flexible instead of locked or tense, is able to respond to the mucosal wave and continually move breath upward against the pressure created by it. If your vocal ability is not healthy, to restrengthen your weakened diaphragm you must slowly build up its tolerant cooperation to the pressure created by the closing of the vocal cords. By silent counting, the movement of the articulators tricks the vocal cords into remaining in the final, open stage of the mucosal wave, thereby reducing the pressure against the diaphragm.

Simply exhaling is not sufficient to do this—the laryngeal passageway must be narrowed by the protruding vocal cords, as it is in speech, but without speaking, so as to create the isometric conditions necessary to redevelop the diaphragm.
Under the conditions created by silent counting, the diaphragm is able to move upward ever so slightly more than previously. Can you see the power of this simple exercise Stough developed?

Make sure you do not continue the silent count to the point where you feel voluntary muscle tension. I hope that you understand that doing so is completely counterproductive. An automatic inhale should occur at the end of the silent count, meaning the point at which you stop, previous to the arrival of voluntary tension.

If you cannot sense the advent of constriction or the automatic inhale, or it does not even occur, this is an indication that bodily tension is blocking you from feeling your natural reflex, or that the natural reflex of the phrenic nerve has deteriorated to the point where it is barely functioning. In this case, lie quietly with a pillow under your head and knees, or if that is not possible, sit and begin to notice the movement of breath throughout your body.

Can you allow your breath to move unconsciously, without interrupting it? This is the first step.

Relax your abdomen

Stough learned that when the diaphragm tenses, the tension is reflected in the tensing of the abdomen. In other words, we see the indirect result of the halted upward diaphragmatic action in the constriction of the abdominal muscles, as they attempt to continue the movement of breath out of the body. Unfortunately, many singers are taught to do this, but moving breath out with the muscles of the abdomen, ribs, back or chest, cannot exert an even and equal pressure on the entire surface of the lungs. Therefore, a residual volume of air is always left in the lungs—the singer is never able to completely exhale. This residual volume creates dead space, areas where there is no movement and where all disease begins. Singers with this type of breathing are constantly getting sick. Improper use of these voluntary muscles strengthens them, weakening and eventually deteriorating the entire structure of the diaphragm.

For singers the most important question is: How do you make the pressure necessary to make sound?

Relax your shoulders

The shoulders must always be relaxed. Do not prop up your shoulders by leaning forward on a table or the back of a chair. Let your arms swing freely when you walk. Do not carry heavy objects in shoulder bags or backpacks. The shoulder blades must be free to respond during respiration. Excessive tension in this area reflects into the spine and therefore into the diaphragm.

Singers who sing with excessive voluntary control always have high shoulders and lifted rib cages, the result of the strengthening—and thus the shortening—of the neck and shoulder muscles. Put your finger between your bottom rib and the top of your pelvis. Is there more than one finger space there? If so, tension has constricted the muscles of your neck and shoulders, heightening your rib cage. When the rib cage is held high, the diaphragm finds difficulty rising into it. Often it hits against the bottom ribs, forcing a sternal angle, or protrusion at the second rib of your chest. Let go of your shoulders! This is very important.

Some additional suggestions

How are your reflexes? Can you catch an unexpected ball while you are singing? How about your listening reflexes? Can you respond to diverse commands as you continue to sing? How is your intuition? How are your non-verbal, problem-solving skills? You need this ability to be active so your instincts can know exactly how much breath is necessary for each phrase.

For example: Can you sing a phrase, beginning at one point in the room and arrive at another designated point exactly at the end of the phrase; then turn around and walk back to the starting point, arriving there at the exact moment the next phrase ends? The distribution of breath takes place over time. It is reflexive.

We cannot show a singer time, but we can show space (the previous exercise). This is the natural way in which you were designed to breathe. You do not “take a breath.” The ability to instinctively solve the non-verbal breath quotient problem is one that you may need to recess. This ability must be developed while the breath is in motion. You can do this same exercise by starting with your arms above your head at 12 o’clock for the beginning of the phrase and arriving at your sides (6 o’clock) for the end. Continue to move your arms in this manner as you sing your phrases. If you are continually being stopped in your lessons to receive corrections, the movement that is at the core of all sound making is being disturbed.

Practice speaking in continual phrases with no thought about making sense. Just connect words that pop into your mind. This will help you to return to the way you spoke as a child, before you were civilized into thinking before you spoke. Stand in front of a friend and mime your friend’s actions. It you find yourself moving your right hand when your friend moves his or her right hand, you know that you are thinking too much and not in your non-verbal, problem-solving modality.

For teachers, an exercise that is helpful in creating the sensation of movement, even when the student is not singing—in other words, between phrases—is to interrupt the vocalizes or songs with moving sounds and gestures that your student can spontaneously mirror, immediately returning to continue singing from the point where your student stopped.

In his later years, Stough continued to teach asthmatics, musicians, opera singers and even the U.S. Olympic team, which called him to train athletes for the high-altitude Mexico City games. His work enabled our track-and-field stars to win more gold medals than in any other Olympics and to set records that would stand for 25 years, in addition to being the only team that did not need oxygen. Stough said that he never taught anyone, even the triathlon gold medallist, who could not improve his or her breathing skill.

The rebuilding of your natural instincts is possible. Stough proved this. It will take time and patience and the help of someone who understands the principles of coordinated breath upon which the respiratory system is meant to work.

Remember our baby? Babies don’t think about how to make sound to communicate. They instinctively move the breath so that a deep impact with intense, spontaneous and free moving sound comes forward. May we all find the courage to return to this natural capacity, a capacity that is our God given right.

*Dramatic soprano Karen Saillant has received standing ovations in international opera houses. She began her study with Carl Stough in 1972. Now in her fortieth year as a teacher of singing, she is the Artistic Director of International Opera Theater, a project that presents world premiere Italian operatic adaptions of Shakespeare texts every summer in Città della Pieve, which is on the border of Umbria and Tuscany in Italy.